Parte il nuovo anno scolastico e… speriamo bene!

Editoriale a cura di Vittorio Venuti

Mentre l’anno scolastico 2022 – 2023 si è chiuso col rituale resoconto INVALSI sulle rilevazioni nazionali degli apprendimenti 2021 – 2022, col solito seguito di commenti che, per lo più, ripropongono l’inutilità e la non oggettività delle prove, su cui si può tranquillamente sorvolare, il nuovo anno scolastico si apre con qualche interessante novità, la sottoscrizione dell’ipotesi di CCNL “Istruzione e ricerca” 2019-2021 e l’introduzione operativa delle nuove figure di “orientatore” e “tutor”  negli istituti secondari di secondo grado.

Tacciamo sugli entusiasmi con cui è stata data la notizia sugli aumenti degli stipendi del personale. In realtà, agli aumenti salariali e agli arretrati ottenuti con la firma del CCNL a dicembre 2022, si aggiunge un incremento delle indennità fisse, per i docenti (mediamente 13 euro mensili), per gli ATA (mediamente 6 euro mensili) e dell’Indennità di direzione per i DSGA (60 euro), incremento aggiuntivo che porta complessivamente a 110 euro l’aumento medio mensile ottenuto con il rinnovo contrattuale.

Il tutto non è poi una gran cosa.

In ogni caso, si apre una nuova stagione per la scuola, che, adesso, al termine “educante” si ritrova, in aggiunta anche “democratica”, in quanto “improntata ai valori democratici”; una specificazione interessante, che, probabilmente, si collega alla specificazione “del merito”, che ha ridefinito il Ministero e che rispecchia la tendenza politica a fregiarsi di tale significato. Apprezzabile comunque, pur se la scuola, almeno ci pare, si è sempre connotata come democratica, a parte l’inciso storico del ventennio!

Scorrendo il contratto, senza avere la presunzione di farne una disamina, ci sembra che non si dia rilievo a quel nutrito numero di docenti che collaborano e affiancano i dirigenti scolastici per assicurare il reale buon funzionamento della scuola; quelle figure di sistema di cui si riconosce l’indispensabilità, ma che si tengono ferme al palo. Mentre è indubbio che occorra dismettere l’interpretazione dell’unicità della funzione docente, stante anche il riconoscimento contrattuale di figure diverse tra il personale non docente. Senza nulla togliere alle due nuove figure di orientatore e tutor, alle quali è affidato un compito molto delicato quanto immane, e per le quali si è predisposto un riconoscimento economico a fronte dell’impegno extraorario che viene loro richiesto, anche in questo caso, secondo la logica del “a saldi invariati”, quindi sottraendo risorse ad altri capitoli.

La scuola è una realtà complessa, di cui i responsabili del dicastero devono prendere definitivamente atto, una realtà che necessita di una riconsiderazione a tutto campo, di un affrancamento dai gravami di una burocrazia più che molesta e da posizioni ideologiche che, per quanto possano essere condivisibili, non possono abbattersi sul sistema senza una consultazione con quanti della scuola sono parte attiva. La scuola esige che se ne abbia una visione sistemica, che non si vada per tentativi ed errori, ma che si traguardi i riferimenti teorici dei grandi pedagogisti e le suggestioni irrinunciabili della psicologia. La scuola esige che la si apprezzi effettivamente come comunità “educante e dialogante”, luogo in cui studenti e docenti crescono insieme in sicurezza.

Gli articoli di questo numero:

Anna Armone si sofferma su “Le modifiche al Codice di comportamento dei dipendenti pubblici”, recentemente aggiornato (d.p.r. n. 81/2003) introducendo nel codice nazionale due nuovi articoli e operando innesti normativi in varie altre disposizioni, volte a codificare nuove regole di condotta, provviste della cogenza propria di obblighi, la cui violazione integra “comportamenti contrari ai doveri d’ufficio”. L’istituzione scolastica è pienamente coinvolta in questa nuova declinazione del Codice, essendo stata protagonista più volte di episodi di contrapposizione mediatica tra singoli docenti e amministrazione, e spesso platealmente coinvolta in esternazione sui social di posizioni dirigenziali di forte critica nei confronti della stessa amministrazione.

Rocco Callà propone “La delega dirigenziale come processo organizzativo”, argomentando sui diversi aspetti che caratterizzano questo prezioso strumento di organizzazione del lavoro e di semplificazione dell’azione amministrativa, che, nel caso del dirigente, si configura nella possibilità di decongestionare l’esorbitante carico funzionale che il profilo gli assegna. Il contributo evidenzia i principi generali delineati dalla giurisprudenza e le condizioni affinché la delega possa considerarsi valida ed efficace.

Marta Brentan argomenta su “La costituzione dello “staff” del dirigente Quanti docenti si possono nominare e retribuire” soffermandosi sull’art. 1, comma 33 della legge n. 107/2015, che riconosce al dirigente la possibilità di individuare, nell’ambito dell’organico sull’autonomia, sino al 10% di docenti che lo coadiuvino in attività di supporto organizzativo e didattico.

Michela Lella focalizza l’attenzione su “L’abbandono educativo”, un fenomeno ben presente nel nostro sistema scolastico e la cui responsabilità è da riconoscere prioritariamente agli adulti, che hanno dimenticato l’importanza dell’istruzione e dell’educazione per crescere persone libere e autonome. Si va sempre più evidenziando una “miseria relazionale” che tiranneggia i rapporti umani e l’uso scorretto dei social sta danneggiando la mente adolescenziale causando vere e proprie patologie. Fondamentale, quindi, che si metta sotto analisi tutte quelle condizioni che, contraddistinguendo il nostro stesso vivere, riescono a parlarci di educazione possibile.

Filippo Cancellieri incentra il suo intervento sull’importante innovazione che coinvolge significativamente, già da questo mese, gli istituti secondari di II grado: “Quale orientamento col debutto dei tutor?”. Considerata la rilevanza delle implicazioni organizzative, culturali, educative e professionali, il contributo si sofferma sulle nuove figure che “debuttano” sulla base delle indicazioni del decreto n. 63 e della Circolare n. 958 del 5.4.2023 del MIM. Vengono opportunamente evidenziate le perplessità e le criticità che ne conseguono o potranno conseguirne.

Michele Di Filippo ci coinvolge nella prima parte di “Regionalismo differenziato e autonomia scolastica”, con la disamina del Disegno di legge quadro, recentemente approvato dal Consiglio dei Ministri, recante nuove disposizioni per l’attuazione dell’autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario, contemplando, di seguito, un’integrazione al testo per le implicazioni operative. Il disegno di legge quadro intende riattivare e portare a compimento il processo di rafforzamento dell’autonomia regionale avviato nel 2001 con la riforma del Titolo V della Parte II della Costituzione.

Guglielmo Rispoli propone “La scuola dell’Infanzia, dalla storia pedagogica al valore del curricolo 3-6 anni”, un contributo che evidenzia l’importanza che si dovrebbe riconoscere alla Scuola dell’Infanzia già nella struttura degli Istituti comprensivi. Si delinea come irrinunciabile una riconsiderazione della scuola dell’infanzia, sulla quale ricade l’impegno di “organizzare” il bambino nelle sue determinanti di sviluppo così da offrirgli una visione di sé sempre più funzionale alla sua stessa crescita e al percorso di studi che si andrà tracciando. Valorizzazione e inclusione dei docenti della scuola dell’infanzia è – sul piano gestione e di orientamento dell’azione didattica della scuola – una delle iniziative di maggior rilievo considerando anche il ruolo di prevenzione dell’insuccesso scolastico che hanno le istituzioni educative nella fascia zerosei.

Maria Rosaria Tosiani, riferendosi al Programma biennale/triennale degli acquisti di beni e servizi previsto dal nuovo codice dei contratti pubblici, propone “La determina di approvazione del piano” in seguito alla disamina per punti dell’art. 21, comma 1 del Codice dei contratti pubblici. Si ritiene che a partire dal 1/4/2023 e con efficacia dal 1/7/2023 è in vigore il nuovo codice dei contratti per cui nei prossimi numeri della rivista si prevede di trattare l’argomento della programmazione triennale sugli acquisti, modalità e tempistica.

Damiano Verda tratta del rapporto tra “Informatica e gioco”, anche alla luce delle sollecitazioni del recente piano dell’Unione Europea per migliorare le prestazioni digitali nella scuola, che prefigurano uno scenario in cui tematiche di intelligenza artificiale faranno il proprio ingresso nelle scuole, e non soltanto in corsi specialistici di livello universitario. Il contributo si sofferma a tessere una trama di riferimenti pedagogici e psicologici fino alla definizione di scaffolding, utilizzata in ambito informatico e dell’I.A., per identificare il processo attraverso cui una parte della struttura del programma può essere generata automaticamente.

Pietro Netti ragiona su “L’abolizione del voto numerico nella scuola secondaria di primo e secondo grado e l’adozione di metodi di valutazione alternativi”. La riflessione viene proposta a seguito dell’incremento di manifestazioni di stati di malessere da parte di studenti di scuola secondaria causate della valutazione negativa ricevuta dai docenti, e in considerazione del notevole incremento del fenomeno della dispersione scolastica - strettamente connesso con l’insuccesso degli studenti che abbandonano gli studi -, che hanno riacceso il dibattito sull’opportunità di utilizzare voti numerici per la valutazione nella scuola secondaria o, piuttosto, fare ricorso a modalità di valutazione alternative in cui non si prevede di usare il voto numerico, ma, ad esempio, un giudizio descrittivo.

Mario Di Mauro, per La Scuola in Europa, a corredo del titolo “Le biblioteche pubbliche tra diffusione, fruizione e dottrina di saperi”, si chiede in quali e quanti modi si frequentano oggi i libri in Europa nel conservarne i vari primati di ogni genere, riprendendo la suggestione di Aaron Hillel Swartz (giovane scomparso a 27 anni nel 2013) che auspicava la costituzione di  una biblioteca che contenesse tutti i libri, non tutti i libri in vendita, o tutti i libri importanti, o anche tutti i libri in inglese, ma semplicemente tutti i libri, in quanto riconosciuti come una parte fondamentale dell’eredità culturale del nostro pianeta. Un sogno, questo del giovane, che ha portato al progetto di accesso all’informazione e alla documentazione quale è “Open library”, libera applicazione di “Internet archive”.

Alessandra Morazzano per la Rubrica i Casi della scuola propone il caso della richiesta di iscrizione da parte di un alunno italiano che frequenta una scuola internazionale in un Paese asiatico dove per decidere la classe di iscrizione si rende necessario verificare la corrispondenza tra un percorso di studio svolto in una scuola straniera e l’ordinamento italiano.

Vittorio Venuti, per la rubrica di Psicologia, propone “Autoefficacia e didattica metacognitiva”, per evidenziare come, in ambito scolastico, le convinzioni degli alunni riguardo alle loro capacità dovrebbero essere fatte oggetto di un seria, serena e continua rilevazione, in quanto determinanti nell’influenzare, nel bene e nel male, le prestazioni, con risvolti che possono essere di successo oppure di ansia, di apatia, di depressione, di fallimento. Nella didattica metacognitiva, la promozione del senso di autoefficacia riveste una posizione di rilievo e si afferma come percorso privilegiato per tutti gli studenti indistintamente, quindi anche di quelli che evidenziano Bisogni Educativi Speciali, nei quali la percezione di sé e delle proprie disposizioni stenta maggiormente a definirsi e a correlarsi con l’impegno, non riuscendo quasi mai a sostenersi su un personale stile attributivo.

Valentino Donà, per Sportello Assicurativo, pone il caso del “In caso di danneggiamento degli occhiali del docente di sostegno è prevista la copertura assicurativa?”, incidente causato da un alunno con disabilità che, per dispetto, ha fatto cadere gli occhiali, finiti poi sotto al banco di un compagno e da questi inavvertitamente calpestati, con conseguente graffiatura di una lente. Molto interessanti le considerazioni specifiche in merito. X

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