Scuola sempre più aggredita

Editoriale a cura di Vittorio Venuti

Troppe aggressioni agli insegnanti e ai dirigenti scolastici. Dalle parole si è passati ai fatti e questo è intollerabile. L’ultima, in ordine di tempo (giovedì 14 novembre), sconcertante quanto allarmante per il modo e la spregiudicatezza con cui si è svolta, quella ordita da una trentina di genitori, che hanno fatto irruzione nella scuola media di Scanzano (frazione di Castellammare di Stabia), per aggredire un’insegnante di sostegno procurandole un trauma cranico a causa dei colpi ricevuti e messa in salvo dai carabinieri intervenuti prontamente. Non entriamo qui nel merito delle ragioni che hanno provocato questa “perfida spedizione” punitiva, ma non possiamo tacerne la gravità, che travalica ogni possibile giustificazione e immaginazione. Si va verso l’imbarbarimento, la “giustizia fai da te”, la reazione violenta e illogica come risposta immediata ad un presunto torto. In tutto questo, come nel caso in questione, i “social” hanno un ruolo di piano, diventano strumento di pettegolezzo, di approssimazione, di notizie e confidenze che si diffondono e si gonfiano man mano seguendo la regola dell’imprecisione fino allo stravolgimento delle notizie; ne resta l’agitazione emotiva che si è originata e che favorisce prese di posizioni collettive, ventilando l’urgenza di saldare i conti con la violenza, di distruggere in qualche modo l’altro.

A quando una riflessione strategica sulle condizioni della scuola e delle condizioni nelle quali si trova ad operare? Non si tratta solo di affrontare i nodi strutturali (dal numero degli alunni per classe al trattamento economico di docenti e personale ATA, ma di una modificazione a tutto campo dell’impianto culturale che la sorregge e la dirige).

Si va confermando una deriva sociale sempre più pericolosa, arditamente maleducata, egoista, cinica, reazionaria, ignominiosamente impositiva, come confermano anche le aggressioni ai medici e al personale infermieristico di ospedali e pronto soccorso, di una gioventù che agisce con spregio alla vita propria e degli altri.

Nota a margine:

Il dissenso è sempre prezioso, va ascoltato e non silenziato con provvedimenti disciplinari.

Gli articoli di questo numero:

Raffaella Scibinico tratta de “Gli affidamenti diretti di lavori, servizi e forniture”, alla luce dei chiarimenti dell’ANAC in merito ad alcuni aspetti applicativi del codice dei contratti pubblici. Un contributo corposo ed esaustivo, che prende l’avvio dalla definizione di affidamento e si snoda disegnando un percorso nel quale vengono toccati e trattati tutti i punti essenziali della materia inerente gli affidamenti, dall’importanza dell’ANAC all’applicazione dei principi del codice, alla struttura e alle fasi del procedimento.

Rocco Callà richiama “La gestione dei permessi per motivi personali e familiari” descrivendo la linea seguita dai giudici del lavoro nel corso degli ultimi anni, dovendosi pronunciare sul ricorso di insegnanti e personale ATA ai quali il dirigente aveva negato il permesso e che ha visto prevalere il riconoscimento del diritto soggettivo, ritenendo sufficiente la domanda del dipendente, contro il potere discrezionale dell’amministrazione nel valutare i motivi ostativi alla prestazione del servizio. Peraltro, con ordinanza del 13 maggio 2024, n. 12991 la Corte di Cassazione ha chiarito la modalità applicativa dell’art. 15, 2° comma, del CCNL 29/11/2007, ove non mette in discussione il diritto alla fruizione, ma chiarisce, data la genericità della norma, la necessità di documentare o autocertificare con adeguata motivazione la particolarità dei motivi per i quali il dipendente chiede di fruire dei tre giorni di permesso.

Antonietta Di Martino argomenta su “Lo Stalking Occupazionale” tracciandone il profilo normativo-giuridico e gli obblighi del datore di lavoro. Disciplinato dall’art. 612-bis del Codice Penale, il reato di Atti persecutori o stalking punisce chi, attraverso minacce o molestie reiterate, provoca nella vittima gravi stati di ansia o paura, timore per l’incolumità propria o di altra persona cara, alterazione delle abitudini di vita. Le opinioni di dottrina e giurisprudenza si sono orientate prevalentemente nel ricondurre lo stalking occupazionale alla violazione da parte del datore di lavoro dell’obbligo di sicurezza e di protezione dei lavoratori derivante dal D.Lgs n. 81/0 e dall’artt. 2087 cc.

Elena Cappai propone “Le Linee Guida per l’Educazione Civica: prospettive di riflessione per il dirigente scolastico”, il cui testo definitivo è stato emanato a cinque anni dalla definizione dell’insegnamento dell’Educazione Civica nella configurazione prevista dalla legge n. 92/2019 e concluso il periodo di prima attuazione. Non disciplina ordinamentale, ma insegnamento trasversale, non opzionale, l’Educazione Civica è prevista in tutti gli ordini e gradi di scuola ed ha una dimensione europea essendo richiamata a proposito della competenza in materia di cittadinanza. Si ricorda che l’insegnamento è oggetto delle valutazioni periodiche e finali, che si compendiano in una valutazione collegiale, non solo nella forma dell’attribuzione, ma nella formazione stessa del giudizio/voto.

Filippo Cancellieri rende omaggio ad un illuminato pedagogista: “Per chi opera nelle aule e dintorni, stimoli e suggestioni di Danilo Dolci nel centenario della nascita”. Insieme a Maria Montessori, Danilo Dolci è l’educatore italiano del Novecento più conosciuto ed apprezzato in ambito internazionale. Vale la pena soffermarsi sulla sua biografia, profondamente segnata da posizioni educative, politico-sociali e culturali per apprezzare un personaggio che, per scelta, si proietta da Sesana (all’epoca in provincia di Trieste,, oggi territorio sloveno) fino a Trappeto-Partinico, terra degli “ultimi”, dove promuove lotte non violente contro la mafia, la disoccupazione, l’analfabetismo e la fame endemica, le disparità sociali e l’assenza dello Stato per l’affermazione dei diritti umani e civili fondamentali; impegno sociale che gli varrà il soprannome di “Gandhi italiano”.

Giacomo Mondelli propone la prima parte di “Per fare scuola, occorrono insegnanti competenti e riflessivi e, perciò, metacognitivi”, nella quale illustra le ragioni, il senso e le finalità della metacognizione. La trattazione dell’argomento pone alla base due precise convinzioni: la consapevolezza dell’evidente e perdurante stato di crisi della scuola, per cui si esige che gli insegnanti vogliano e sappiano davvero insegnare; la consapevolezza che, per svolgere il loro delicato e complesso “mestiere”, i docenti devono “aprirsi” alle caratteristiche dell’allievo e alla sua peculiare soggettività e “riflettere” opportunamente al fine di promuovere efficacemente la loro azione formativa.

Filippo Sturaro propone all’attenzione una articolata riflessione su “Progettare e realizzare una lezione inclusiva efficace”, che si diparte da una ricognizione della disciplina normativa vigente e delle sue evoluzioni all’analisi dei quadri di riferimento per la valutazione della lezione simulata, predisposti da un’apposita commissione nazionale costituita con decreto MIM 29 maggio 2024, n. 1298, con l’obiettivo di coglierne la struttura portante a supporto della realizzazione di efficaci lezioni inclusive da estendere all’intero gruppo classe (e non solo agli studenti con bisogni educativi speciali), in linea con gli orientamenti più recenti della letteratura e della ricerca di settore.

Mario Di Mauro, per La Scuola in Europa, propone “Tanti modi di fare scuola quelli di OECD, UNESCO, dei World Forum britannici o della visione orientale di Bangalore”, evidenziando che da tempo si discute di sistemi di istruzione e del rilievo che ciascuno di essi ha non solo rispetto ad un dato contesto ma anche alla tecnologia che lo caratterizza, come va emergendo nel caso dei nuovi ambienti socio-tecnici con i cosiddetti ‘sistemi esperti’ in sé conoscitivi ma in quanto tali intrinsecamente improbabili anche se verosimili, tal che non sembrano più praticabili né le soluzioni come prospettate da OECD né quelle di UNESCO così come anche le proposte educative del World Forum britannico e lo stesso modello formativo di Bangalore, anche se valutato oggi come l’espressione più sensibile e compiuta in materia di educazione sociale.

Anna Armone ci coinvolge in “Una sanzione disciplinare affrettata”. Il riferimento è la sanzione disciplinare della censura inflitta dal dirigente scolastico ad un docente di storia e geografia, accusato di aver violato la privacy degli studenti in una relazione di fine anno scolastico; sanzione annullata dal tribunale di Treviso con sentenza n. 316/2024, che ha ritenuto i riferimenti alla composizione della classe per genere e le valutazioni di merito contenute nella relazione non costituire una violazione della privacy degli studenti, riconoscendo che la sfera di libertà professionale del docente non era diretta alla pubblicizzazione delle sue considerazioni.

Vittorio Venuti, per la rubrica di Psicologia, orienta il suo intervento su “L’assertività come stile gestionale”, pensato per chi svolge una funzione dirigenziale ma che dobbiamo ritenere interessante un po’ per tutti, perché ha a che vedere con l’abilità e la capacità di relazionarsi che ogni persona agisce nelle diverse situazioni che la coinvolgono. All’assertività, infatti, si riconosce di essere una modalità buona per quanto attiene la comunicazione con se stessi, ma anche buona per la comunicazione con gli altri, quindi buona anche nell’ambito professionale e lavorativo. Essere assertivi significa guardare in maniera positiva e funzionale.

Stefano Callà, per I Casi della Scuola, tratta una questione molto diffusa anche nell’ambito scolastico che riguarda l’illecito uso dei permessi per l’assistenza a soggetti disabili: “Dipendente in permesso ex lege n. 104 del 1992, che in concomitanza con l’orario di lavoro, si dedichi ad attività estranee all’assistenza”. La fattispecie è relativa al licenziamento disposto nei confronti di un dipendente che durante due giorni di permesso ex art. 33 L. n. 104/1992, per la parte coincidente con il suo abituale orario di lavoro, si era occupato di affari del tutto diversi dall’assistenza al padre inabile.

Vincenzo Casella, per lo Sportello Assicurativo, focalizza l’attenzione sulla “Copertura assicurativa gratuita per gli alunni disabili” a proposito della gratuità della copertura assicurativa per gli studenti con disabilità è da riconoscere come concessione che le Società assicuratrici possono fare. X

La Casa Editrice Euroedizioni Torino S.r.l. è una società che si occupa prevalentemente di problemi organizzativi e gestionali delle scuole di ogni ordine e grado, sia sotto l'aspetto pedagogico-didattico che sotto quello amministrativo-contabile; a tal fine fornisce informazioni, consulenza, riferimenti interpretativi, formazione anche on line, supporti operativi, edizione di testi per la gestione delle istituzioni scolastiche, manuali per la preparazione ai concorsi del personale scolastico. 

Copyright © 2022 Euroedizioni Torino Srl

Save
Cookies user prefences
Utilizziamo i cookie per garantirti la migliore esperienza sul nostro sito web. Se rifiuta l'uso dei cookie, questo sito web potrebbe non funzionare come previsto.
Accetta tutti
Rifiuta tutti
Analytics
Strumenti utilizzati per analizzare i dati per misurare l'efficacia di un sito web e per capire come funziona.
Google Analytics
Accetta
Decline